Venerdi sera a Porta a Porta c’è stato un acceso dibattito tra il sottosegretario all’Economia Laura Castelli e l’ex ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan in riferimento a un grafico tratto da un mio articolo che dimostra che non esiste correlazione tra spread BTp-Bund e l’Euribor (quell’indice che se aumenta fa salire le rate di chi sta pagando un mutuo a tasso variabile).
Sono sicuro che se invece di parlare di mutui in generale avessero distinto tra ciò che può accadere ai vecchi mutui e ciò che può accadere ai nuovi mutui entrambi si sarebbero trovati a sorpresa d’accordo.
Perché la confusione generata da diverso tempo e da diversi media sull’argomento nasce proprio da questa mancata distinzione, tra vecchi e nuovi mutui.
Sostenere che l’aumento dello spread BTp-Bund fa IN GENERALE salire il costo dei mutui non è corretto perché, come visto, sui vecchi mutui variabili (e tanto più su quelli fissi che restano tali per sempre) non ha invece un impatto.
Ma anche GENERALIZZARE in senso contrario, ovvero sostenere che un aumento dello spread BTp-Bund sia indifferente anche per i nuovi mutui, non è esatto. Perché un aumento dello spread e un deterioramento del valore dei titoli di Stato in portafoglio delle banche e a cascata un aumento potenziale del costo della raccolta del denaro (soprattutto in merito all’emissione di nuovi bond bancari) può spingere le banche ad aumentare i tassi applicati sui NUOVI mutui (come già evidenziato nell’articolo).
Un trend che in minima parte si sta già vedendo, come evidenziato in quest’altro articolo.