La Cassa depositi e prestiti (la cassa controllata dal Tesoro) ha veduto il 35% di Cdp reti alla State Grid Corporation of China (Sgcc) per 2 miliardi di euro. Il presidente della Cdp, Franco Bassanini, ha precisato che l’investimento riguarda “una quota di minoranza”, che lascia il controllo della società in mani italiane. Un’operazione che rientra nella promessa che l’Italia ha fatto all’Europa di dismissioni annue pari allo 0,7% del Pil per ridurre il debito.
La Sgcc è uno dei giganti della “nuova economia” cinese, creata nel 2002 per gestire la distrubuzione dell’ energia all’ interno e investire nel settore all’ estero. È nata con un capitale di 200 miliardi di yuan (circa 24 miliardi di euro) e un’ area di azione che copre 26 province, o l’ 88% dell’ immenso territorio della Cina. L’ accordo – che secondo Bassanini è stato definito in tutti i principali dettagli e verrà firmato a Roma entro la fine di luglio – rappresenta, nelle parole del ministro “un risultato importante” della missione, che ha come obiettivo quello di “rafforzare i rapporti commerciali e di investimento tra Cina e Italia, che già sono molto buoni e offrono molte altre prospettive”.