La Germania è il Paese modello in Europa in questo momento quanto a capacità produttiva e qualità dei prodotti. Su questo pochi possono obiettare. Ma la domanda è: nonostante questo valore aggiunto la stessa Germania sarebbe in grado di generare il surplus attuale (13,5 miliardi sugli altri paesi europei solo nel primo trimestre) e di confermarsi la prima economia dell'Eurozona se dovesse camminare con le proprie gambe? E per proprie gambe qui intendo il marco, la valuta tedesca prima dell'introduzione dell'euro.
Ho fatto questa domanda a un pool di esperti ed analisti: italiani, stranieri fra cui anche tedeschi. La risposta che hanno dato è inequivocabile: no (in questo articolo su Germania e uscita dall'euro, i dettagli). Non sarebbe in grado. Perché dopo un eventuale ritorno al marco la valuta tedesca si potrebbe rivalutare fino al 50% rendendo certamente più convenienti le vacanze per i tedeschi che passano l'estate in Italia, Spagna, Grecia e compagnia bella. Ma, allo stesso tempo, tramortendo l'economia tedesca che basa oltre il 50% del suo Pil sulle esportazioni.
Quindi, la Germania sta correndo anche (o soprattutto secondo molti) perché è l'unico Paese dell'Eurozona che ha difatti effettuato una forte svalutazione competitiva del cambio entrando nell'euro lasciando invece i Paesi periferici nella doppia, difficile condizione di convivere con un cambio rivalutato e l'impossibilità di agire attraverso altri efficaci meccanismi di compensazione, benché questo sia espressamente previsto dall'articolo 119 del Trattato di Maastricht.
E' chiaro che stando così le cose qualcosa dovrà cambiare. Magari dopo le elezioni presidenziali in Germania in programma il 22 settembre. Magari anche prima.