Corsi e ricorsi storici, dirà qualcuno. Quello che sta accadendo in Europa offre uno spunto di riflessione consistente. I principali indicatori macroeconomici ci dicono che stiamo entrando in una fase di recessione + bassa inflazione (o deflazione se si considera al momento la Grecia). E' il quadro dell'area euro che si appresta a vivere un 2013 in decrescita accompagnato da un poderoso calo dell'inflazione (ad aprile è scesa dall'1,6% all'1,2%).
Allo stesso tempo stiamo vivendo una fase di profonda e preoccupante disoccupazione. Il tasso medio è lievitato al 12% quando era inferiore all'8% nel periodo pre-crisi. Senza parlare dei tassi di Grecia e Spagna, tra i più alti del pianeta e ben oltre il 20%. Senza parlare dei giovani senza lavoro che in Italia sono oltre il 35% e in Grecia e Spagna hanno sfondato quota 50%.
Quindi siamo, in sostanza, in una fase di "deflazione+disoccupazione". Che è esattamente il chiasmo del binomio "inflazione-occupazione" teorizzato tanti anni fa dall'economista britannico John Maynard Keynes, le cui idee ispirarono la politica del New Deal con cui gli Stati Uniti uscirono dalla Grande crisi del '29. Secondo Keynes una fase di crescita economica (e di conseguente crescita dell'occupazione) non può prescindere dalla creazione automatica di inflazione. Sta allo Stato e alla sua capacità di intervenire in politica monetaria (espandere nelle fasi di recessione e restringendo nelle fasi di espansione) affinché l'equilibrio tra crescita e inflazione prosegua seguendo la retta via, senza alimentare distorsioni.
Il modello di Keynes ha guidato l'economia americana ed europea per oltre 40 anni. E' stato messo in discussione nel 1973 quando i Paesi Opec decisero di aumentare il prezzo del petrolio a seguito del conflitto con Israele. A quel punto si creò una fase di recessione, accompagnata da inflazione. Con la differenza che l'inflazione non era più quella "sana" derivante da un'espansione economica, ma era importata per effetto dell'aumento del costo del greggio. Quindì saltò l'assioma crescita-inflazione, sostituito da recessione-inflazione.
Keynes non era giunto a prevedere questo fenomeno (dell'inflazione importata, derivante dai costi) e così i sostenitori della scuola di Chicago e i neo-monetaristi – secondo il cui portavoce Milton Friedman "le uniche cose che non si dovrebbero privatizzare sono le forze armate, i tribunali e alcune strade e autostrade" – hanno preso il sopravvento culturale e politico. A quel punto ci si è cominciati a concentrare sul "mostro" dell'inflazione che dipende in ogni caso dall'offerta di moneta: "L’inflazione è
sempre e ovunque un fenomeno monetario e non è utile per ridurre la
disoccupazione".
Da allora e fino ai nostri giorni tutte le politiche adottate dalle banche centrali – in particolare dalla Bce – sono state focalizzate sul contenimento dell'inflazione.
La novità di questa crisi è che ha fatto saltare anche lo schema neo-monetarista. Perché l'inflazione sta scendendo nonostante le banche centrali stiano inondando il sistema di liquidità (il che secondo la teoria monetarista dovrebbe portare a una conseguenziale crescita del costo della vita). In Grecia, come detto l'economia è entrata ufficialmente in deflazione, in Europa siamo all'1,2% (dall'1,6% di marzo) e nell'ultimo mese negli Stati Uniti – nonostante la Federal Reserve stia stampando 85 miliardi di dollari al mese da ormai diverso tempo ed è al terzo round di quantitative easing dal 2009 – l'inflazione è scesa dello 0,2% su base mensile.
Quindi lo schema +moneta= + inflazione è saltato. Mentre si è riproposto, in versione ribaltata, lo schema di Keynes (deflazione = recessione che equiavale a inflazione=crescita). Lo stesso schema proposto anche da Alban William Phillips, l'economista neozelandese che nel 1958 teorizzò la cosidetta "curva di Philips" secondo cui il calo dell'inflazione è legato, molto semplicemente, a un aumento della disoccupazione.
Corsi e ricorsi storici. Idee e ideologie che tornano alla ribalta dopo anni di buio. In fin dei conti è questo l'aspetto più affascinante dell'economia, il potere di riesumare quando meno te lo aspetti vecchie teorie, mai ammuffite.
Approfondimento sul ritorno di Keynes sul Sole 24 Ore