Pensionati e dipendenti pubblici possono oggi chiedere un mutuo a condizioni agevolato per la prima casa attraverso l'Inps (presso cui è confluito l'Inpdap). Tasso fisso al 3,75% oppure un tasso variabile calcolato sommando uno spread dello 0,9% all'Euribor a 6 mesi (fissato oggi allo 0,33%). Niente male se si considera che a mercato aperto le condizioni non agevolate per qualsiasi cittadino oggi vedono il miglior variabile intorno al 3% e il miglior fisso al 5%.
In pratica, su un mutuo di 150mila euro da rimborsare in 20 anni pensionati e dipendenti pubblici possono beneficiare di uno sconto di di circa 160 euro al mese (circa 2mila euro l'anno). Niente male in tempi di austerity come questi e in tempi difficili per il mercato interbancario (principale causa degil alti spread applicati oggi dalle banche sui mutui non agevolati a mercato aperto).
Per accedere al mercato chiuso dei mutui per pensionati e lavoratori pubblici dipendenti, oltre ovviamente a rientrare nelle suddette categorie suddette, bisogna rispettare altri requisiti. Come si apprende dal regolamento Inps. Le condizioni valono per gli "iscritti in attività di servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato e i pensionati iscritti alla Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali, con una anzianità di iscrizione di almeno 3 anni".
I dipendenti iscritti al fondo Inpdap (ora confluito nell'Inps) versano un contributo dello 0,35% sullo stipendio lordo che scende allo 0,15% per i pensionati (esenti le pensioni inferiori a 600 euro). Questa forma di autofinanziamento certo contribuisce a rendere agevolate le condizioni generali di accesso al credito.
Le domande sono valide fino al raggiungimento del budget stanziato che per il 2013 ammonta a 800 milioni di euro e cambia a seconda della Regione.
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