L'Italia ha ancora bisogno di Monti? E Monti può dedicarsi anche ad altro, qualora lo volesse? Quello che è successo nell'ultimo anno – manca poco meno di un mese all'anniversario della nomina, il 14 novembre 2011, di Monti a senatore a vita da parte di Giorgio Napolitano, passaggio necessario prima dell'investitura a primo ministro – ci indica che indubbiamente Monti piace ai mercati.
La sua credibilità internazionale è considerata una garanzia per gli investitori finanziari in questo mondo che, volenti o nolenti, funziona così. Dopo aver toccato punti critici anche con Monti lo spread si è tranquillizzato in area 330. E, quel che più conta, i rendimenti dei BTp a 10 anni sono tornati al 4,7%, livello pre-crisi. Lo spread in senso tecnico, invece, resta più alto del livello pre-crisi (330 contro 150) perché nel frattempo la Germania è diventata un rifugio eccezionale per gli investitori e quindi il rendimento dei Bund viaggia al di sotto dei livelli precedenti allo scoppio della crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona.
Certo, senza lo scudo anti-spread dell'altro Mario, il Draghi alla guida della Bce, probabilmente gli spread sarebbero stati ancora alti. Resta il fatto che adesso la pressione dei mercati sull'Italia è meno dirompente che 11 mesi fa.
Detto questo, quando ci avviciniamo alle primarie del Pd, quando anche il centro-destra discute di primarie e mentre Grillo in questo interregno continua a conquistare voti (secondo alcuni sondaggi il Movimento 5 stelle sarebbe addirittura al 18%) è giusto chiedersi: l'Italia potrebbe camminare da sola ora senza Monti? Oppure dipende ancora dall'uomo che piace ai mercati?
Secondo alcuni analisti finanziari prevale la seconda ipotesi. Ovvero, in questo momento il Paese Italia non ha ancora le gambe forti per poter camminare nuovamente con i propri politici e con un governo senza Monti. Sia che questi si ricandidi a premier o assuma l'incarico di ministro delle Finanze in un nuovo governo, oppure punti al Colle per sostituire Giorgio Napolitano. Il come non è importante. L'importante è che anche nel 2013 nelle stanza delle decisioni sia seduto anche il professore.
Sia chiaro, non è detto che i mercati abbiano ragione. Ed è paradossale che si sia finiti in questa situazione: quella in cui siano spesso i mercati a dettare l'agenda politca. Monti, infatti, potrà anche piacere ai mercati ma sta perdendo consensi tra la gente, secondo gli ultimi sondaggi, dopo le manovre lacrime e sangue attuate dal suo Esecutivo. Dietro tanta austerity c'è però ancora poco per la crescita. Perché, solo per citarne una, non è stato fatto praticamente nulla sul cuneo fiscale? Questo (e tanto altro) si chiede la gente. E meriterebbe una risposta.
Ma, willy nilly, questo mondo funziona così.
Approfondimento Italia senza Monti sul Sole 24 Ore