La Catalogna minaccia la secessione dalla Spagna. Il governatore della regione del nord-est della Spagna (con capitale Barcellona), Artur Mas ha annunciato le elezioni anticipate per il 25 novembre prossimo «per esercitare il diritto all'autodeterminazione».
Secondo i sondaggi circa l'80% dei catalani sarebbe favorevole alla secessione di quella che è la regione più ricca e produttiva delle 17 della Spagna. Lo dimostra il fatto che l'11 settembre – in occasione della festa della Diada a Barcellona – sono scesi in piazza circa 1,5 milioni di catalani, praticamente un quarto degli abitanti della Catalogna.Tra questi anche Pep Guardiola, ex allenatore del Barcellona di Leo Messi.
Ma perché la Catalogna vuole l'indipendenza? Il punto di rottura con Madrid e con il governo centrale di Mariano Rajoy è il patto fiscale che attualmente penalizza i catalani. La Catalogna protesta perché riceve da Madrid meno di quanto dà e avrebbe quindi il diritto alla stessa autonomia fiscale concessa ai Paesi Baschi. La differenza di quanto dà la Catalogna e quanto ne riceve si calcola nel 10% del Pil, cioè 16 miliardi l'anno. Per farsi una idea, a fine agosto la Catalogna ha chiesto aiuto per 5 miliardi – tre volte meno. I Catalani dicono che il 10% del Pil è insostenibile.
E' questo il nodo da risolvere per una regione che in questo momento ha un debito di 44 miliardi di euro, recentemente declassato a "speculativo" (vicino alla spazzatura) dall'agenzia di rating Standard and Poor's.
Ma c'è la sensazione che Mas non voglia fino in fondo arrivare alla recessione, ma semplicemente muovere le tre carte per avere qualcosa in cambio da Madrid.E se è vero che la Catalogna – come dice Mas – produce il 28% delle esportazioni spagnole, cresce al 10% annuo e ne gioverebbe con una separazione, perché gli industriali spagnoli, guidati da un catalano, sostengono che la secessione sarebbe una follia'
Appronfimento crisi Catalogna sul Sole 24 Ore