Domenica la Francia rinnova il presidente. La sfida più attesa è tra il presidente uscente Nicolas Sarkozy (destra) e Francois Hollande (sinistra). I sondaggi indicano che saranno questi due nomi a contendersi la poltrona per l'Eliseo ma indicano anche che sarà necessario il ballottaggio, eventualmente in programma il 6 maggio. Nel quale – dicono ancora i sondaggi – dovrebbe spuntare Hollande.
Quale che sia il vincitore restano da affrontare vari temi spinosi, gli stessi che, unitamente alle tensioni che arrivano dalla Spagna, stanno portando in alto i titoli di Stato francesi, lontani dai vicini titoli tedeschi. Oggi lo spread tra Oat francesi e Bund tedeschi ha toccato quota 130 (era a 30 l'anno scorso) mentre i cds (una sorta di polizze che coprono dal fallimento del Paese) sono balzati a quota 187 (il 19 marzo erano a 150). Nelle ultime settimane il quadro finanziario dell'Eurozona è un po' peggiorato (anche se oggi i listini azionari sono in rialzo beneficiando del dato sprint sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, cresciuti a marzo dello 0,8% contro lo 0,3% atteso). E anche la Francia ne ha risentito.
Al vincitore delle presidenziali in Francia l'eredità di migliorare in modo consistente i seguenti dati macro:
– deficit Pil al 5,2% (abbondantemente al di là dei parametri di Maastricht)
– tasso di disoccupazione visto in crescita a luglio al 9,7% rispetto al 9,4%
– welfare state più caro rispetto agli altri Paesi Ue e mercato del lavoro rigido
- oltreché, ovviamente, riportare la serenità sui mercati finanziari
Approfondimento su Francia elezioni sul Sole 24 Ore