Sale l'attesa per la prossima asta di pronti contro termine della Bce che presterà alle banche liquidità per tre anni al tasso agevolato dell'1%. L'operazione (Ltro, Long term refinancing operation) é in programma per fine febbraio. Il Ltro di dicembre aveva avuto un grande successo con le banche dell'Eurozona che avevano chiesto e ricevuto ben 489 miliardi di euro a tasso fisso dell'1%.
Sui mercati ci si chiede a quanto ammonteranno le nuove richieste delle banche, alcuni analisti vedono una "trasfusione" di dimensioni analoghe a quella precedente, ma c'é chi parla anche di
mille miliardi di euro.
Arriva anche l'analisi di Standard & Poor's, secondo quanto riporta l'agenzia Asca, che sottolinea come i 489 miliardi forniti da Francoforte nello scorso dicembre, abbiano ridotto il rischio di una crisi di liquidità, ma hanno anche certificato la frattura che divide il sistema bancario dell'Eurozona.
Da una parte, istituti di credito relativamente sani, dall'altra quelli che stanno in piedi solo grazie alla liquidità di Francoforte. "L'aumento dei prestiti a più lungo termine da parte della Bce (642 miliardi complessivi, pari al 24,5% del bilancio dell'Eurotower) e la crescita dei depositi delle banche presso la stessa banca centrale (da alcune settamane intorno a 500 miliardi, dopo il record a 730 miliardi dello scorso 3 febbraio) riflettono la divisione del sistema bancario dell'Eurozona.
I gruppi più solidi e liquidi tendono a ridepositare le riserve in eccesso presso la Bce", spiega S&P. Si tratta dunque di gruppi che vantano crediti netti verso la Bce, tecnicamente definiti come "datori netti".
I gruppi meno solidi e meno liquidi utilizzano invece tutti fondi ricevuti da Francoforte ed aumentano la loro posizione debitoria verso la banca centrale, tecnicamente definiti come "prenditori netti".
Il rapporto si sofferma così sulla posizione netta dei vari sistemi bancari nazionali verso la Bce, cioé sulla differenza tra i depositi accesi presso la Bce e i soldi presi in prestito da Francoforte.
Per l'agenzia di rating sono altamente dipendenti dalle trasfusioni dell'Eurotower i sistemi bancari greco, portoghese e irlandese. Crescente dipendenza per le banche italiane e quelle spagnole che verso la Bce assumono una posizione di debitori netti. Posizione neutrale, depositi uguali a prestiti, per le banche francesi e belghe. Le banche tedesche, finlandesi, olandesi, austriache e lussemburghesi hanno in Bce deposiiti superiori ai prestiti, sono dunque creditori netti verso l'Eurotower.
Molte banche della Grecia, del Portogallo, dell'Irlanda, dell'Italia e della Spagna non hanno più "accesso al mercato interbancario", spiega S&P e questo aumenta la loro dipendenza da Francoforte.