Mai come in questo momento l'andamento dei mercati finanziari mondiali è legato a questioni politiche. E mai come in questo momento la politica italiana è così sotto i riflettori internazionali, tanto più che in questo momento Wall Street è debole, proprio a causa dell'incertezza governativa in Italia.
Lo spread BTp-Bund a 10 anni vede ormai quota 500, con i BTp al 6,8%, un livello insostenibile nel medio lungo periodo. Basti pensare che 100 punti base in più di tassi da pagare per il Governo a chi ha in portafoglio titoli di Stato equivalgono a un esborso di 18 miliardi in tre anni. Se consideriamo che l'anno scorso lo spread era sotto i 200 punti e che nel 2006 era a 37 punti, capiamo quanto questa situazione possa incidere drammaticamente sulle finanze (già gravate da un montante di debito pubblico elevatissimo, 1.900 miliardi, ovvero il 120% del Prodotto interno lordo) capiamo quanto sia difficile uscire da questa empasse.
Eppure, a quanto pare, non tutti i politici, gli stessi chiamati a portarci via da questo binario rotto, non conoscono i fondamentali: ovvero non hanno ben chiaro il significato della parola spread. Proprio quella su cui dovrebbero intervenire per evitare l'emorraggia del sistema bancario.
Un'agenzia Ansa, da poco battuta, anticipa la prossima puntata delle Iene, smarcando in modo inequivocabile tale lacuna.
Che cos'è lo spread? «La differenza tra quello che si produce e quello che uno realmente spende», risponde Angelo Cera (Udc). L'ammontare del debito pubblico? «Beh, è incalcolabile, viene da lontanissimo», dice Carmelo Briguglio (Fli). Sono alcune delle risposte raccolte dalle Iene, che con Sabrina Nobile hanno interrogato i politici sul significato dei termini riportati in auge o lanciati dalla crisi. Il risultato andrà in onda domani in prima serata su Italia 1.