Frena il
mondo del credito, complice la crisi economica, ma non le frodi ad esso
collegate effettuate attraverso false identità. Nel 2008, infatti, in Italia ci
sono stati 25.000 i casi di frodi creditizie (con un incremento del +11% rispetto al 2007), per un importo
complessivo superiore ai 145 milioni di euro (+29%). E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio
Crif presentato il 27 maggio a Torino in occasione della Fraud Conference 2009
organizzata da Crif e Acfe Italy Chapter. L’analisi evidenzia, inoltre, che ha
registrato un’impennata anche l’importo medio dei capitali frodati (+16,5%
rispetto al 2007, quando era stato di circa 5.000 euro).
Gli autori dei reati. Quando è stato possibile
individuare in sede di denuncia un presunto responsabile della frode,
l’Osservatorio evidenzia come nel 7% dei casi il presunto autore era il datore di lavoro, precedente o ancora in corso,
e in alcuni casi sedicente tale. Gli esercenti continuano comunque a
rappresentare quasi un terzo dei presunti autori dei reati (31%), seguiti dai
parenti delle vittime (27%).
I settori più colpiti. Anche nel 2008, nell’universo dei
finanziamenti, i prestiti finalizzati sono stati i più colpiti (con una quota
di oltre il 74% dei casi).
Scendendo nel dettaglio, se si analizza la tipologia di beni oggetto di frodi si registra uno spostamento verso il settore auto e
moto, mentre negli anni precedenti finivano nel mirino degli “hacker del
credito” in prevalenza gli acquisti a rate di prodotti di elettronica di
consumo. Allo stesso tempo, anche il settore dell’arredamento registra una
rilevante crescita delle frodi creditizie, che passano dal 7% nel 2007 all’11%
del totale nel 2008. Questo dato dimostra – si apprende dal rapporto – come i
frodatori, pur rimanendo sempre nell’ambito di prodotti facilmente rivendibili,
puntino maggiormente a beni di importo più elevato.
A sorpresa. L’Osservatorio Crif evidenzia
anche l’aumento di frodi su prodotti finanziari che negli anni precedenti
presentavano una minore rischiosità. Cresce infatti del 47% il peso percentuale
delle frodi creditizie legate all’emissione di carte rateali (revolving) con
identità altrui e dell’ 11,1% quello dei prestiti personali (dal 5,1% al 5,6%).
Un nuovo fenomeno che si osserva riguarda le frodi creditizie legate alla cessione del quinto, complice
involontario la crescita che ha avuto questo strumento a seguito dell’apertura
dei finanziamenti verso pensionati e dipendenti di aziende private.