Le proporzioni, arguiscono gli amanti delle statistiche, rimandano alle altre due tappe in cui le Borse sono passate agli annari dell’irrazionalità e della paura. Il 19 ottobre 1987, il lunedì nero delle Borse mondiali, ricordato come il giorno in cui venne registrato il maggior ribasso della storia in una sola seduta, superiore persino a quella della crisi del 1929. Ventidue anni fa infatti la crisi portò a una perdita del Dow Jones, l’indice di riferimento di Wall Street, del 22%, il doppio rispetto al calo del «giovedì nero» del 24 ottobre 1929.
Più volte evocate nel corso degli ultimi anni, le crisi del ’29 e dell’87 trovano oggi una ragione in più per essere riesumate nelle sale degli operatori di Borsa. Perché, al pari di 80 e 21 anni fa, chi lavora a tu per tu con i book non ha dubbi nell’affermare che è stata una giornata da panic selling. "Oggi c’erano pochissimi ordini di acquisto. E si svuotavano all’improvviso appena arrivavano dei robusti ordini di vendita. Con la conseguenza che i titoli più colpiti, per più volte, sono stati sospesi per eccesso di ribasso. Tutti scappavano – commenta il trader Davide Biocchi -. La cosa che preoccupa di più è che, avendo la Consob vietato le vendite allo scoperto, il ribasso di oggi è stato qualitativamente più consistente di un pari del passato. Perché nessuno ha potuto giocare al ribasso. E’ stato un picco a posizioni chiuse”.
Cosa accadrà nei prossimi giorni? Impossibile dirlo. Stante l’incertezza e l’aleatorietà delle previsioni – ma Greenspan lo scorso maggio non aveva detto che il peggio della crisi era alle spalle? – è davvero difficile dirlo. Forse, per provare a capirlo, sarebbe il caso di rispolverare Psicologia delle folle, un vecchio classico di Gustave Le Bon.