Questo anche perché, quando si tratta di immigrati, le banche chiedono in media più garanzie. Come dimostrano queste testimonianze raccolte in questo articolo del Sole 24-Ore del lunedì.
Un percorso a ostacoli, che a volte si conclude con un nulla di fatto, o che porta molto lontano dallo sportello bancario presso cui la ricerca ha avuto inizio. E’ questa la condizione in cui spesso si trovano, in Italia, gli immigrati alle prese con la richiesta di un mutuo. Le testimonianze raccolte dal Sole 24-Ore del lunedì evidenziano, infatti, una forte diffidenza da parte degli istituti di credito a concedere un finanziamento ipotecario agli stranieri. Una categoria a cui, per ottenere un prestito, spesso non basta esibire in garanzia un regolare contratto di assunzione a tempo indeterminato. Il quadro non migliora nemmeno se si può contare anche sul reddito del coniuge, dimostrando quindi di essere in grado di generare un flusso mensile di entrate superiore ai 2.500 euro. E’ il caso di Sasha, ingegnere bosniaco di 39 anni trasferitosi in Italia nel 1995. Due banche gli hanno chiuso la porta liquidando in pochi minuti un’istruttoria mai cominciata. La sua pratica non è stata presa in considerazione nonostante la rata del prestito risultasse inferiore a un terzo del budget famigliare, un requisito generalmente richiesto dalle banche. “Dopo due rifiuti mi sono rivolto a una società di intermediazione finanziaria, che a sua volta ha contattato un istituto(Gemoney, ndr), che mi ha concesso l’importo di cui avevo bisogno – spiega Sasha -. E avrei potuto chiedere anche di più. Per questo servizio, però, ho dovuto pagare 5mila euro”. Ci sono poi casi in cui viene chiesta la garanzia aggiuntiva di un fideiussore giovane che si impegni a rimborsare le rate in caso di mancato pagamento dei mutuatari. E’ questa la storia di Sly, medico cardiologo 39enne di Sarajevo, in Italia dal 1993: “Io e mia moglie (pediatra, ndr) abbiamo avuto problemi a ottenere il mutuo attraverso le vie tradizionali -. Allora abbiamo provato a contattare dei mediatori creditizi. Ci siamo imbattuti in alcuni agenti che chiedevano, solo per il primo incontro, un versamento di 1.500 euro. Dopo una serie di peripezie, un conoscente ci ha messo in contatto con la sua banca e solo così ci è stato assicurato il finanziamento”. A coloro che, in un modo o nell’altro sono riusciti a stipulare un mutuo, si aggiungono racconti di immigrati che, invece, vi hanno rinunciato. E’ il caso di un cittadino dello Sri Lanka(che preferisce mantenere l’anonimato), trasferitosi da 15 anni in Italia e oggi alla guida di una cooperativa multiservizi. Ha chiesto un prestito ipotecario alla Banca Monte dei Paschi di Siena, l’istituto presso cui ha aperto un conto corrente. Tuttavia, nonostante anche sua moglie sia assunta a tempo indeterminato, la domanda non è andata a buon fine. “La banca ha preteso un garante – confida -. Ho trovato un collega ma mi è stato detto che non era sufficiente. A quel punto ho abbandonato la ricerca. E ho deciso di restare in affitto”.
Intanto, considerate le difficoltà di questa categorie ad addentrarsi nel vasto e complesso universo dei mutui, l’Asppi, dall’Associazione sindacale dei piccoli proprietari immobiliari, ha realizzato una guida multilingue, scaricabile online qui