Il panorama. Tra i più gettonati, vi sono i BoT (Buoni ordinari del Tesoro): titoli con scadenze a 3, 6 e 12 mesi che non prevedono lo stacco di cedole, il cui rendimento è dato dalla differenza tra il valore di rimborso e il prezzo di emissione. Stesse caratteristiche per i CTz (Certificato del Tesoro zero coupon) la cui scadenza, però, è fissata in 24 mesi. Poi ci sono i CcT (Certificati di credito del Tesoro) che hanno una durata di 7 anni e nel frattempo offrono cedole semestrali a tasso variabile. Infine la parte più corposa delle emissioni è composta da BTp (Buoni del Tesoro poliennali): titoli con scadenze da 3 a 30 anni (che pagano cedole semestrali a tasso fisso) di cui, a partire dal 2003, esiste anche la versione indicizzata all’inflazione. I titoli di Stato si possono acquistare sia in asta, cioè al momento dell’emissione, sia sul mercato secondario, dove vengono quotidianamente scambiati. In entrambi i casi è necessario rivolgersi in banca o da un intermediario.
Sottoscrizione in asta. Chi acquista in asta ha il vantaggio di non pagare commissioni per tutti i titoli di Stato tranne i BoT (oscillano tra i 5 e i 30 centesimi). Le richieste (per un importo minimo di 1.000 euro), devono avvenire almeno un giorno prima della data dell’asta.
Acquisto sul mercato secondario. Riguarda, invece, i titoli di Stato già in circolazione. In tal caso le banche e gli altri intermediari sono liberi di applicare commissioni. Questo mercato garantisce la liquidità dei titoli, la possibilità quindi di venderli prima della scadenza. (Radiocor-24 minuti)