Ieri è stata la volta di Monte Paschi di Siena che ha reso noto che l’esposizione verso le obbligazioni cdo e i mutui subprime è «limitata» a 50 milioni di euro.
Oggi, intanto, l’agenzia di rating Moody’s ha pubblicato uno studio in cui si apprende che "le aziende europee che si finanziano con l’emissione di titoli obbligazionari, in particolare quelle che emettono cambiali finanziarie (‘commercial paper’), non saranno immuni dall’impatto derivante dalla crisi dei mutui Usa subprime, che a livello globale potrà avere effetti diversi".
Il quadro è un po’ più chiaro anche a livello macro. Ieri Ue ed Fmi sono tornati a lanciare l’allarme crescita dopo la crisi dei mutui ad alta tensione. «Taglieremo le stime mondiali», comprese quelle che riguardano l’Europa, ha ribadito il numero uno del Fondo monetario, Rodrigo de Rato, parlando di «situazione seria». E il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, conferma: per Eurolandia – che secondo le ultime stime di Bruxelles dovrebbe crescere del 2,5% il prossimo anno – i rischi di un ribasso nel 2008 «sono effettivamente aumentati».
Passi in avanti ce ne sono, quindi, ma mancano ancora tanti numeri perché sia fatta luce sul fenomeno.